ANA MARÍA SEGHESSO
Con i loro nomi attuali sono, Ariete, Pleiadi, Toro, Orione, Perseo, Auriga, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pegaso, Pesci, Pesci-SO, Pesci-NE.
Tutti loro erano stati collocati nello Zodiaco dai popoli sulle rive del fiume Eufrate.
Una tavoletta di terracotta ci fa sapere che già intorno al 600 aC, cioè 200 anni prima di quanto si credesse, i Babilonesi avevano diviso lo Zodiaco in 12 parti.
La piccola tavola rotonda presenta il disegno dello Zodiaco diviso in 12 sezioni, con il nome delle 12 costellazioni e sul retro sono indicate le distanze calcolate tra ciascuna di esse.
I Babilonesi, al tempo del re Nabucodonosor II, avevano portato a termine la procedura che ci ha dato l'attuale Zodiaco, precedendo storicamente i Greci.
Il nome dei segni è sumerico - cioè dai primi abitanti della Mesopotamia - lo stesso del nome delle stelle e dei pianeti.
Il primo segno, Ariete, suona in sumero MUL.LÚ.HUN.GA, trasformato in semitico "agru", il cui significato approssimativo è "lavoratore salariato", che non ha nulla a che vedere con la rappresentazione dell'ariete.
Alcuni filologi hanno spiegato che la sostituzione di "dipendente" con "pecora" o "ariete" potrebbe essere stata un errore del copista, che al posto di LÚ "uomo" ha scritto il suo omofono LU, che significa montone.
Studiosi di cultura e astrologia babilonesi hanno messo in relazione il nome del segno zodiacale con il divino Dumuzi, il pastore per eccellenza. Questa è l'origine, diversa dall'uso attuale dell'ariete nelle rappresentazioni e nei significati del segno.
Il secondo segno, Toro, suona in sumero MUL.GU.AN.NA., tradotto in accadico come "is le", "mascella di toro". Un altro nome è MUL.MUL., "criniera" "capelli", che può riferirsi anche alla costellazione delle Pleiadi.
Gemini, che per i Greci rappresenta Castore e Polluce, i figli divini di Zeus, è indicato dal nome sumero di MUL.MAS.TAB.BA.GAL.GAL. o semplicemente MUL.MAS.MAS., rappresentato da due esseri umani che hanno in mano uno una frusta e l'altro un'ascia e che corrispondono alle divinità Maslamtaea e Lugalgirra.
Cancro, MUL.AL.LUL., indica il granchio sia in sumero che in accadico, è una stella, attributo di Anu, il dio del cielo.
Leone è indicato con un nome sumero MUL.UR.GU.LA. "leone", che gli astrologi babilonesi non hanno tradotto.
La Vergine è indicata dalla parola MUL.AB.SIN., che letteralmente significa "solco". Nella rappresentazione, il segno zodiacale si manifesta con una donna che ha una spiga di grano in mano.
In realtà, è la stella Spike - in latino Spica - la quindicesima tra le stelle più luminose del cielo - detta anche "alpha Vir", che ne giustifica il nome perché si trova nella costellazione della Vergine.
In Egitto la vergine era Iside e nel mondo greco-romano Cerere, dea della messe.
Alcuni citano anche Persefone o Astrea, figlia di Giove e Themis o Themis stessa, dea della giustizia.
Bilancia, MUL.GIS.ERÉN, è stato tradotto in accadico come "zibanitu", indicando l'equilibrio con due braccia. La sua rappresentazione è composta, oltre al simbolo della bilancia, da due personaggi come Gemelli più una stella, simile alla VI carta dei Tarocchi.
Scorpione, MUL.GÍR.TAB, accadico "zuqaqipu", è il simbolo di fertilità e prosperità in Mesopotamia, a differenza del mondo greco dove è una figura orribile.
Sagittario, ha il nome MUL.PA.BIL.SAG, corrispondente ad una divinità sumera, probabilmente il dio Ninurta. È rappresentato come un ippocentauro, con le zampe posteriori di un'aquila, il corpo di un cavallo e un tronco antropomorfo, che brandisce arco e frecce.
Capricorno MUL.SUHUR.MAS, che letteralmente significa "pesce-capra", di origine sumerica. La sua rappresentazione è una figura con la parte inferiore a forma di pesce e la parte superiore di capra.
Acquario ha il nome di MUL.GU.LA, letteralmente "il grande uomo", identificato con il dio Ea, signore della Sorgente. Da qui nasce l'idea del Distributore d'Acqua. La sua rappresentazione è quella di un uomo che ha tra le mani una grande brocca da cui sgorgano due zampilli d'acqua.
Pesci, suoni in sumero KUN.MES, accadico "zibbatu", che significa "code".
In origine non si trattava solo di pesci, ma anche di rondini: SIM.MAH.
La sua rappresentazione è un pesce e una rondine le cui code si toccano; questo ha una corrispondenza astrale in quanto la rondine risponde a "pesci meridionali", mentre il pesce è "pesci settentrionali".
Bibliografia, "La Scrittura celeste", Giovanni Pettinato, Arnoldo Mondadori Editore, 1998.